Settimana Santa
La Settimana Santa ad Aidone, che si apre con la Domenica delle Palme e si conclude con la Giunta di Pasqua, è qualcosa di davvero emozionante. Molto sentita dalle confraternite e da tutta la cittadinanza, questa festa ha come protagonisti i cosiddetti Santun, statue cave di notevoli dimensioni che riproducono i dodici apostoli, indossate dai santari.
Durante il giorno di Pasqua corrono frenetici per le vie della città alla ricerca di Cristo risorto, fino a quando, dopo averlo trovato lo riconducono dalla Madonna, dando vita alla Giunta Pasquale. Protagonisti sono le sette confraternite, i Santoni, i lamentatori. Questi ultimi, in genere cinque o sei voci, eseguono i lamenti, antichi canti in lingua siciliana, accompagnando le processioni del precetto, della visita dei Sepolcri e del Venerdì Santo. La prima metà della Settimana Santa è caratterizzata dalle processioni penitenziali nel rispetto del precetto pasquale; dopo la confessione, i confratelli, accompagnati dalla banda, intonando i lamenti, si recano nella chiesa dove faranno la Comunione. Qui celebra anche un momento di convivialità e solidarietà: vengono distribuite le giamelle e i biscotti di vino tipici aidonesi e in ricordo dei confratelli morti si condividono questi dolci anche con le vedove.
Domenica delle Palme – La processione delle Palme
La prima sacra rappresentazione del periodo pasquale è quella della Domenica delle Palme: da tutte le chiese si muovono i Santi, a coppie, accompagnati dalle proprie confraternite; il raduno è nella chiesetta dell’Annunziata, appena un oratorio dal momento che la chiesa è diroccata, ma strategica per tutte le funzioni della settimana santa. Da qui, benedette le palme, la processione, guidata dal parroco della chiesa Madre, si snoda per le vie del paese e si conclude alla Matrice; qui si svolge un rito antico e singolare. Le porte della chiesa sono serrate a simboleggiare Gerusalemme che si rifiuta di accogliere il Messia. Gli apostoli (i santoni) a turno bussano senza risultato perché la porta resta chiusa; poi tentano di aprirla con la forza, ci riesce Mattia ma si tira indietro perché tutti possano entrare secondo una rigida gerarchia: Giovanni, Giacomo maggiore, Pietro, Mattia, Filippo, Matteo, Giuda Taddeo, Andrea, Giacomo minore, Bartolomeo, Tommaso, Simone. I Santi entrano facendosi grandi inchini, per ultimo entra il parroco che simboleggia Gesù e che procede alla funzione solenne. Una volta i tentativi di apertura della porta erano sottolineate da battute in siciliano pronunciate da un prete all’interno della chiesa chiusa e dal parroco che era all’esterno. Entrati tutti comincia la messa della Passione, la messa più lunga dell’anno, a missa u pass‘; i santari depositano a terra la pesantissima gabbia/statua e assistono devotamente alla funzione.
Il Mercoledì santo tra folklore e sentimento religioso
U S’gnur’ a mucciungh’ o U S’gnur’ rubat’ (il signore di nascosto o il Signore rubato) – La sera dalla Chiesa dell’Annunziata parte un corteo mesto e suggestivo che accompagna, nella Chiesa Madre, in modo molto discreto, quasi nascosto, la statua del Cristo, che poi sarà messa sulla croce; qui riceveva l’omaggio dei fedeli che ne baciavano i piedi e il costato.
U S’gnur’ a mucciungh’ o U S’gnur’ rubat’ (il signore di nascosto o il Signore rubato) – La sera dalla Chiesa dell’Annunziata parte un corteo mesto e suggestivo che accompagna, nella Chiesa Madre, in modo molto discreto, quasi nascosto, la statua del Cristo, che poi sarà messa sulla croce; qui riceveva l’omaggio dei fedeli che ne baciavano i piedi e il costato.
Venerdì Santo – A scisa a cruc’ e la processione
Nella Chiesa Madre a partire dal pomeriggio si raduna gran parte della popolazione aidonese per assistere ai riti del venerdì santo che culminano con la deposizione della Croce (a Scisa a crusg’). Si celebrano i riti del Venerdì Santo davanti alla statua del Cristo (del Mercoledì) che, intanto, è stata inchiodata sulla croce,. Quando si fa sera, in chiesa giunge la confraternita dell’Annunziata che, al suono triste dei lamenti e di una banda che esegue un repertorio molto mesto, porta la bara di vetro illuminata ed addobbata di fiori. A questo punto il rettore dell’Annunziata e qualche altro confratello, guidati dal celebrante, schiodano la statua dalla croce e la depongono nell’urna di vetro, tra la commozione generale. Da qui muove il suggestivo e frequentatissimo corteo notturnoche da qualche decennio si è arricchito anche della presenza della statua dell’Addolorata portata da alcune ragazze, di figuranti che rappresentano le pie donne e di due angeli.
Nella Chiesa Madre a partire dal pomeriggio si raduna gran parte della popolazione aidonese per assistere ai riti del venerdì santo che culminano con la deposizione della Croce (a Scisa a crusg’). Si celebrano i riti del Venerdì Santo davanti alla statua del Cristo (del Mercoledì) che, intanto, è stata inchiodata sulla croce,. Quando si fa sera, in chiesa giunge la confraternita dell’Annunziata che, al suono triste dei lamenti e di una banda che esegue un repertorio molto mesto, porta la bara di vetro illuminata ed addobbata di fiori. A questo punto il rettore dell’Annunziata e qualche altro confratello, guidati dal celebrante, schiodano la statua dalla croce e la depongono nell’urna di vetro, tra la commozione generale. Da qui muove il suggestivo e frequentatissimo corteo notturnoche da qualche decennio si è arricchito anche della presenza della statua dell’Addolorata portata da alcune ragazze, di figuranti che rappresentano le pie donne e di due angeli.
Domenica: la Giunta di Pasqua, la corsa dei Santoni, San Pietro
Domenica verso mezzogiorno in piazza Filippo Cordova ha luogo una delle più suggestive sacre rappresentazioni. Protagonisti sono: le statue dell’Addolorata, coperta con il velo nero e quella del Cristo risorto, portate da giovani vestiti di bianco che vengono posizionate ai lati opposti della piazza, in modo che non si vedano; i dodici Santoni, rappresentanti di tutte le confraternite e ad alcuni messaggeri con stendardi infiorati; tutti insieme si danno da fare per cercare Gesù e portarne notizia alla Madre; si assiste alle corse di San Pietro che per tre volte (quante furono le negazioni), accompagnato dagli stendardi e da frotte di ragazzini, fa la spola tra la Madonna e Gesù. Alla fine di questo viaggio, Giovanni gli va incontro per annunciargli che Cristo è risorto; la statua del Cristo viene mostrata e Pietro e Giovanni corrono verso la Madonna che già si avvicina al centro della piazza. A mezzogiorno in punto, in un tripudio di campane, mortaretti e salti dei Santoni, avviene l’incontro, a giunta; si fa saltare il velo nero alla Madonna e alle due statue si fanno fare inchini e si sollevano come fossero fuscelli. La festa si conclude con la processione, le due statue vengono portate insieme, la Madonna accompagna Gesù nella chiesa Madre e poi a sua volta viene accompagnata a Santa Maria La Cava, tutte le separazioni vengono sottolineate dagli inchini acrobatici dei santoni.
Domenica verso mezzogiorno in piazza Filippo Cordova ha luogo una delle più suggestive sacre rappresentazioni. Protagonisti sono: le statue dell’Addolorata, coperta con il velo nero e quella del Cristo risorto, portate da giovani vestiti di bianco che vengono posizionate ai lati opposti della piazza, in modo che non si vedano; i dodici Santoni, rappresentanti di tutte le confraternite e ad alcuni messaggeri con stendardi infiorati; tutti insieme si danno da fare per cercare Gesù e portarne notizia alla Madre; si assiste alle corse di San Pietro che per tre volte (quante furono le negazioni), accompagnato dagli stendardi e da frotte di ragazzini, fa la spola tra la Madonna e Gesù. Alla fine di questo viaggio, Giovanni gli va incontro per annunciargli che Cristo è risorto; la statua del Cristo viene mostrata e Pietro e Giovanni corrono verso la Madonna che già si avvicina al centro della piazza. A mezzogiorno in punto, in un tripudio di campane, mortaretti e salti dei Santoni, avviene l’incontro, a giunta; si fa saltare il velo nero alla Madonna e alle due statue si fanno fare inchini e si sollevano come fossero fuscelli. La festa si conclude con la processione, le due statue vengono portate insieme, la Madonna accompagna Gesù nella chiesa Madre e poi a sua volta viene accompagnata a Santa Maria La Cava, tutte le separazioni vengono sottolineate dagli inchini acrobatici dei santoni.
La festa oggi si svolge dalle dieci del mattino all’una circa, ma una volta i Santi partivano nella ricerca del Cristo già di buon mattino in giro per tutto il paese e spesso anche in campagna. Ovunque trovavano ristoro, soprattutto vino e biscotti e quando, in modo particolare San Pietro, eccedevano nelle libagioni e s’acconciavano a dormire in qualche stalla, si restava in piazza per ore ad aspettarli; e poiché dovevano essere San Pietro e San Giovanni a portare la lieta novella a Maria, non si faceva la giunta finché non tornava o qualcuno non andava a prelevarlo. Questa pratica suscitò le ire del Vescovo che alla fine degli anni Cinquanta proibì la Giunta, ne seguì una rivolta popolare che ancora oggi si racconta con i facinorosi che passarono anche qualche mese in galera, con i preti asserragliati nella chiesa di Santa Maria La Cava e tutta la gente che di forza, impadronendosi delle Statue, volle ugualmente celebrare la Giunta. Da quel momento venne sospesa e solo quasi venti anni dopo fu ripresa, quando tutti accettarono di farla secondo regole ben definite; si è guadagnato in puntualità e rispetto delle regole ma si è sicuramente perso molto della partecipazione e del colore e della gioia con cui era seguita.